Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
OCA.
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OCA.
Definiz: Sost. femm. Uccello acquatico, di cui si conoscono varie specie; ma le principali sono quella che si dice oca salvatica (Anas anser o Anser cinereus dei Naturalisti), che ha il piumaggio quasi tutto cenerino e passa tra noi nei mesi invernali; e l'oca domestica, la quale si distingue per il colore della piuma, che è più bianca.
Dal basso lat. auca. ‒
Esempio: Dant. Inf. 17: Vidine un'altra [tasca] più che sangue rossa Mostrare un'oca bianca più che burro.
Esempio: Pallad. Agric. 36: L'oche non leggiermente senza acqua nè senza erba si possono nutricare; e son nimiche de' luoghi seminati e degli orti, imperocchè col becco rodono, e nuoce il loro sterco.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 124: Venendo la vilia (vigilia) d'Ognissanti, e Pero, o che li fosse stata donata o che avesse comprata una grossissima oca pelata, disse a uno contadino ec.
Esempio: Alb. Fam. 215: E sempre volsi in casa l'oca e il cane, animali destissimi.
Esempio: Pulc. L. Morg. 14, 55: Quivi è l'oca marina che 'l mar passa.
Esempio: Poliz. Rim. 7: Or la contadinella scinta e scalza Star coll'oche a filar sotto una balza.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 90: Prima, ella (la peste) porta via tutti i furfanti: Gli strugge, e vi fa buche e squarci drento, Come si fa dell'oche l'Ognissanti.
Esempio: Domen. Plin. 307 tit.: Dell'oche, e chi fu il primo che mangiasse fegato d'oca.
Esempio: Soder. Op. 4, 341: L'oche sono animali impuri, lordi, sporchi e d'inesplebile voracità, come ch'ell'abbino per entro la vita il budello diritto con una estrema calidità, che, non prima inghiottito, hanno smaltito, piombinando da basso, e mandato fuori.
Esempio: Red. Lett. 2, 149: Per oca reale io intendo quell'uccello, che dagli scrittori della Storia naturale è chiamato Anser ferus, Anser silvestris. Ma perchè quest'oche son di più sorte, cioè Oche reali, Oche paglietane (male la stampa: paghetane), Oche granaiuole e Oche prataiuole ec., l'Oca reale in Toscana è così detta per essere la più grossa di tutte e col petto tutto bianco...; ed in queste cacce di Pisa.... ve ne passa una quantità indicibile ec.
Esempio: Fag. Rim. 2, 2: Se fosse possibile, vorria Che in specie l'oche tutte di chiappare Voi procuraste di trovar la via. Però quei vostri cacciatori andare Fate di notte co' barchetti attorno ec.
Esempio: E Fag. Rim. 2, 3: Dell'oca la virtù Qual sia, vel dica il popolo romano, Quando fu per andare in servitù.
Esempio: Lastr. Agric. 4, 55: Conserve di polli, piccioni, anatre, oche, grue, pavoni, ec.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 302: Se le oche non facevano la spia, Si parlerebbe più del Campidoglio?
Definiz: § I. Figuratam., si usa per ispregio, a denotare Persona semplice, sciocca, scempia, o d'ingegno ottuso. ‒
Esempio: Varch. Ercol. 346: Affinchè egli, o altri per lui, non vi risponda, e vi faccia parere un'oca.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 84: Cose appartenenti a lingua, nella quale quest'oca ha le più stravaganti opinioni del mondo.
Esempio: E Car. Apol. 152: Vedetelo, che v'hanno fatto parere un'oca, a non aver ne l'alfabeto loro le parole usate dal Caro.
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 9: L'Ariosto, che fu chi e' fu, lodò il tòr moglie; il Berni, che non fu però anche un'oca, biasimò l'averla.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 184: Ho pensato per mezzo vostro, che non sete un'oca, da me stesso cavarmi una maschera.
Esempio: E Allegr. Rim. Lett. 215: In somma il cortigian vostro è divino, E il nostro non è un'oca.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 16: Ei lascia al fin di ber, già mezzo cotto; Dicendo ch'ei non vuol che il vin lo cuoca; Ma che chi lo trovò non era un'oca.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 229: E quel Gismondo Non è un'oca; a interessarsi seco Sempre si perde il quarto.
Esempio: Fag. Comm. 1, 232: O l'è trista! ma la non ha a far con oche; risponderò per le rime.
Esempio: E Fag. Comm. 5, 381: Ma che credete ch'i' sia gonza, eh? non son oca no.
Esempio: Nell. Iac. Serv. padr. 1, 2: In quanto a me, non mi voglio far tant'oca quanto vi fate voi.
Esempio: Giust. Vers. 42: Quando nel nastro s'imbrogliaron l'ale L'oche, l'aquile, i corvi e gli sparvieri; O, per parlar più franco e naturale, Quando si vider fatti cavalieri Schiume d'avvocatucci e poetastri, ec. (qui in locuz. figur.).
Definiz: § II. Oca, e Giuoco dell'Oca, si dice Una sorta di giuoco che si fa coi dadi fra due o più persone sopra una carta o tabella distinta in sessantatre caselle progressivamente numerate e disposte ellitticamente a spirale; delle quali alcune contengono figure, e tra queste ripetuta più volte quella dell'oca. Così l'oca come le altre figurazioni portano vantaggio o svantaggio ai singoli giocatori; dei quali vince quello che primo, contando i punti che fa, arriva precisamente al numero 63, posto nel centro. ‒
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 92: Dove si giuoca Io non dico al pipi o all'oca, Ma a primiera e anche al dado.
Esempio: Fag. Rim. 1, 60: Se avete, o gran signora, in mente Il nostro giuoco così bel dell'oca,... Con due dadi, sapete, che si giuoca: E quegli che fa nove, a un'oca arriva, E poi di nove in nove ognor rinnoca: E così vince il giuoco.
Esempio: E Fag. Rim. 2, 14: Come del giuoco nobile e sincero, Dove stan molti a consumar la veglia, Ch'è detto fare all'oca; egli è pur vero.... Guardate, come da due dadi spinti Passano i giocator, secondo i punti, Ponti, pozzi, prigioni e laberinti.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 25: La gran conversazion si fa in cucina, Baloccandosi fino all'or di notte All'oca, a cruscherella ec.
Esempio: Giust. Vers. 37: Don Luca.... Ha un odio col Lotto Non troppo cristiano; E roba da cani Dicendo a chi gioca, Trastulla coll'oca I suoi popolani.
Definiz: § III. Term. di Astronomia. Nome di una costellazione. ‒
Esempio: Piazz. Lez. astron. 1, 28: Not.: Alle 51 riferite costellazioni ne furono aggiunte.... molte altre:... Piccola Volpe, Oca, Mosca ec.
Definiz: § IV. Canzone dell'oca. ‒
V. Canzone, § XV.
Definiz: § V. Capo d'oca, Cervello d'oca, si dice a persona, o di persona, e vale Scemo, Scempio. Onde Avere men cervello, o giudizio, d'un'oca, Aver cervello quanto un'oca, e simili, si dice di chi mostri avere poco senno, poco giudizio. ‒
Esempio: Pulc. L. Morg. 11, 9: Ch'Ulivier disse a Rinaldo d'Amone: Tu hai talvolta men cervel ch'un'oca.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 346: E' mi bisognerebbe un fastel di cervello, e i' non ne ho quant'un'oca.
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 2, 95: Non si dice.... a un vano, cervel d'oca o di gatta?
Esempio: E Varch. Suoc. 4, 5: Guarda se quel cervel dell'oca della Criofè s'era appiccata.
Esempio: Grazz. Rim. V. 80: Chi non ha di farfalla, O ver d'oca il cervello o d'assiuolo, Vedrà ch'io dico il vero.
Esempio: Fag. Rim. 2, 15: Ho fatto punto e virgola, e sto zitto: Voi fate d'oche provvision non poca: Nè dubitate di deviar dal dritto, Mentre farete a mo' d'un cervel d'oca.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 376: Vedrai tosto un lampo Dell'accese pupille, e un tuono udrai D'amara lingua, e subita tempesta Di capo d'oca, di babbione e tronco.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 19: A pesarla po' in fondo, La sua scienza (della capra) svanìa sì fattamente, Ch'io volentier direi Che un'oca avea giudizio più di lei.
Definiz: § VI. Penna d'oca. ‒
V. Penna.
Definiz: § VII. Aspettare il covar dell'oca, si disse per Aspettare lungamente, un pezzo. ‒
Esempio: Nell. Iac. Amant. 3, 3: Aspetterò dunque ch'ella sia visibile. V. Vo' vi potete metter a sedere, perchè e' sarà com'un aspettar che nasca l'erba, o il covar dell'oca.
Definiz: § VIII. Conoscere i bufali dall'oche, Distinguere, i bufali dall'oche, è maniera proverbiale che accenna scherzevolmente a quel tanto di accortezza, sagacia, e simili, che basta a farci un giusto concetto delle cose e delle persone. ‒
Esempio: Varch. Ercol. 100: A coloro che sono bari, barattieri,... si suol dire, per mostrare che le trappole e gherminelle, anzi tristizie e mariolerie loro sono conosciute..., noi conosciamo il melo dal pesco,... gli storni dalle starne, i bufoli dall'oche.
Esempio: Guerrazz. Racc. 228: In istoria naturale spinse la sua scienza fino a distinguere i buffoli dalle oche.
Definiz: § IX. Dar fieno all'oche, o Dare il fieno, all'oche, è maniera proverbiale che si usò per Gingillarsi, Perdere il tempo in cose vane. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. I: Oca.... E pure in proverbio: E' non è tempo da dar fieno a oche, cioè non è da baloccar nè da trattenersi.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 4: E dove anche si 'mpari Dare il men ch'è possibil fieno a oche.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 8, 56: Ma intanto Lazzeraccio,... Non se ne stava a dare all'oche il fieno, Ma radunava e fanti e cavalieri.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 96: I dì son corti assai, Le miglia son parecchi, e l'ore poche; Sicchè il meglio è sbrigarla, Ch'e' non v'è tempo da dar fieno a oche.
Esempio: Fag. Rim. 1, 28: Al signor cardinale, quando viene Una voglia, pensate, ell'è finita:... Chi volesse far seco una stampita, È, come diciam noi, dar fieno all'oche.
Definiz: § X. Essere per l'oche, nel senso di Essere in tal condizione da doversi gettar via, si dice di cibi vegetali o non più freschi o fuori di stagione, e perciò deprezzati e poco appetibili.
Definiz: § XI. Essere più di mille oche su un torso, vale Essere in molti intorno a checchessia, e propriamente intorno a cosa di poco pregio, a fine di trarne, ciascuno per sè, il vantaggio, ancorachè scarso, che si possa sperarne. ‒
Esempio: Pulc. L. Morg. 22, 201: E' son più di mille oche in su 'n un torso: E se trovassin miglior patto altrove, Ti lascerieno in sul terzo di nove.
Definiz: § XII. Fare il becco all'oca. Maniera proverbiale che si usa comunemente anche oggi per Dare compimento a checchessia, specialmente nella forma Ecco fatto il becco all'oca, talvolta aggiungendovisi: Ecco fatto il becco all'oca e le corna al Potestà. ‒
Esempio: Pataff. 3: Fatt'è il becco all'oca, e salda e bella.
Esempio: Grazz. Comm. 102: Venite via, chè gli è fatto il becco all'oca.
Esempio: Cecch. Stiav. 5, 2: Enterrò in casa Della Papera; e quivi vo' provarmi S'i' so far (per un tratto) il becco a l'oca.
Esempio: E Cecch. Masch. 4, 4: Oh vedi ve' che pur si farà il becco A quest'oca.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 1, 213: Torni a suo' posta, chè ora gli è fatto Il becco all'oca.
Esempio: Salv. Granch. 1, 4: In tanto tu avresti agio a fare Il becco all'oca.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 13: Presa che l'ha, gli è fatto il becco all'oca; Che subito ch'in corpo se l'è messa (una vivanda) Senzachè tu più altro le apparecchi, Dottela pregna infin sopr'agli orecchi.
Esempio: Not. Malm. 1, 151: Gli è fatto il becco all'oca. Il negozio è conchiuso, che i Latini dissero iacta est alea.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 77: Porgetevi la mano. C. In amor così si giuoca: Ecco fatto il becco all'oca.
Esempio: Fag. Comm. 1, 176: La si fa chiedere a suo padre: egli ve la dà; ecco fatto il becco all'oca. C. Che bel provierbo (proverbio) in negoizio (negozio) di sposalizio.
Esempio: E Fag. Rim. 2, 13: Ma si crede facesse il becco all'oca Quei che fece le corna al potestà.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 4: Se la giuoca (la cortesia), Come vuole il mal uso; o pur la dona A donne, ed ecco fatto il becco all'oca.
Definiz: § XIII. Menare, e simili, i paperi a bere l'oche, si disse in proverbio quando gl'imperiti vogliono saperne più dei periti, quando i giovani vogliono insegnare ai vecchi, essendo il papero l'oca giovane. ‒
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 253: E così son menate l'oche a bere Qualche volta da' papari in su' monti.
Esempio: Machiav. Comm. 157: Io non intendo che i paperi menino a bere l'oche.
Esempio: Varch. Suoc. 5, 5: Vatti con Dio, i paperi hanno menato a ber l'oche.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 435: Tu ricerchi di avermi per maestro, E io cre' che tu terresti a scuola Dieci miei pari; e in fatto oggidì i paperi Per poco menan l'oche a ber.
Esempio: Salv. Granch. 2, 4: I paperi Voglion menare a ber l'oche.
Esempio: Crusc. Vocab. III: Oca.... Insegnare, o simili, i paperi a bere all'oche, vale Gl'imperiti volerne saper più de' periti.
Definiz: § XIV. Mettere le oche in pastura, o Tenere, le oche in pastura, si usò per Tenere a bada, Menare a spasso, Nutrire di vane speranze; ed anche per Indugiarsi in cose frivole o vane, sciupando tempo e fatica. ‒
Esempio: Lipp. Malm. 5, 35: Che tu non pensi.... Che 'l mio indugio e il non risolver nulla Sia stato un voler darti erba trastulla; Ovver ch'io me la metta in sul lïuto, O ti voglia tener l'oche in pastura, Come quel che ci vada ritenuto Per mancanza di cuore o per paura.
Esempio: Not. Malm. 1, 413: Dar erba trastulla, Metterla sul liuto, e Tenere l'oche in pastura, hanno tutti e tre lo stesso significato, che è Trattenere uno con chiacchiere.
Esempio: Nell. Iac. Serv. 3, 20: Che avete messo l'oche in pastura a indugià (indugiare) tanto?
Definiz: § XV. Parere un'oca impastoiata. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. I: Oca.... Parere un'oca impastoiata. Dicesi d'un dappoco, che non sappia uscir di nulla ch'e' faccia.
Definiz: § XVI. Sapere da qual piede il manescalco ha inchiodato l'oca, si usò per Sapere, Conoscere, come stia veramente, come sia andata, una cosa, con allusione alla frase, scherzevole, del ferrare le oche. ‒
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 26: L'astuta fanciulla, che sapeva ben la bisogna e da qual piede il maniscalco aveva inchiodato l'oca, accostatasi all'orecchia destra della madre, disse ec.
Definiz: § XVII. Tener l'oche in pastura, si disse per Tener donne a fine di prostituzione. ‒
Esempio: Pulc. L. Morg. 18, 131: S'io ho tenute dell'oche in pastura, Non domandar, ch'io non te lo direi.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Oca.... Diciamo in proverbio Tener l'oche in pastura, che vale Fare il ruffiano, e si dice di colui che tien femmine e prestale altrui a prezzo.
Definiz: § XVIII. Venire ad uno la pelle d'oca, vale Raccapricciare, Rabbrividire, Inorridire, per freddo, ed anche per turbamento di pietà, di paura o simili; che pur si dice Venire i bordoni.
Definiz: § XIX. Buon papero e cattiva oca. –
V. Papero.
Definiz: § XX. Come disse colui che ferrava le oche: A una a una, E' ci sarà da fare, e simili; maniera proverbiale, con la quale, a proposito di cosa estremamente malagevole o da farsi con ponderazione e senza precipitare, si rileva, con una certa iperbole, essere essa tale da non poterne venire a capo, da riuscir vano qualsiasi tentativo, come se alcuno pretendesse ferrare le oche. ‒
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 6, 41: Ci fia bastonate credo a macca: E' ci sarà, diceva, assai faccenda Un che ferrava l'oche in Ormignacca, E credo avanzeranne anche a merenda.
Esempio: Pulc. L. Morg. 21, 68: E' ci sarà da far pur molto, Disse colui che non ferrava i buoi, Ma l'oche, e già lo 'ncastro aveva tolto.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 337: Oh ci è ancor da far tanto! disse colui che ferrava l'oche.
Esempio: Grazz. Comm. 361: A una, a una, disse colui che ferrava l'oche.
Esempio: Salv. Granch. 2, 5: Sarà meglio, Ch'io la porti (una pelliccia rubata) alla balia. F. A una a una, Disse colui che ferrava l'oche. Granchio, facciamo un poco a bell'agio.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Oca.... Diciamo in proverbio...: Come disse colui che ferrava l'oche: E' ci sarà che fare; perciocchè l'oche, alzando il piè, stringon la pianta.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 124: A bell'agio a' ma' passi, disse quel che ferrava l'oche.
Definiz: § XXI. Donne e oche tienne poche; e Dove son femmine e oche non vi son parole poche; proverbj di chiaro significato. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. I: Oca.... Ove son femmine e oche non vi son parole poche.
Esempio: E Crusc. Vocab. III: Oca.... Ove son femmine e oche non vi son parole poche: proverbio. Donne e oche tienne poche; pur detto proverbiale.
Definiz: § XXII. Il lino non è fatto per l'oche. ‒
V. Lino, § IX.
Definiz: § XXIII. Quando le oche vanno al mare piglia la vanga e va' a vangare; Quando le oche vanno in su piglia la panca e siedivi su. Proverbio col quale s'indica la stagione opportuna o no a certi lavori campestri. ‒
Esempio: Lastr. Agric. 5, 229: Quando le oche vanno al mare, piglia la vanga e va' a vangare; quando le oche vanno in su, piglia la panca e siedivi su.
Definiz: § XXIV. Tu non se' oca e beccheresti, si disse di chi vorrebbe alcuna cosa senza durarci fatica o senza averci diritto. ‒
Esempio: Pulc. L. Morg. 21, 59: Liombruno il caval voleva allora; Alardo disse: Io credo tu il terresti. E' c'è di molta via sassosa ancora; Vedi che non se' oca e beccheresti. E' ti convien con meco giostrar ora, E stu m'abbatti vo' che tuo si resti.
Esempio: Cecch. Samar. 2, 7: Medico, Voi non siete oca, ma voi beccheresti.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Oca.... Diciamo in proverbio.... Tu non se' oca e becceresti, e dicesi di chi torrebbe una cosa senza costo, per sua amorevolezza.
Definiz: § XXV. Tu se' l'oca, si usò per Tu sarai argomento di dicerie, di risa, scherno, e simili. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. I: Oca.... Tu se' l'oca: cioè tu sarai la favola di tutti.